Consulenza per
Risarcimento danni.

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Cos'è un risarcimento danni?

Una pratica per risarcimento del danno è un procedimento amministrativo o giudiziario che ha lo scopo di ottenere il risarcimento di un danno subito da un soggetto a causa dell'azione o dell'omissione di un altro soggetto.

In particolare, una pratica per risarcimento del danno può essere avviata:
In via amministrativa: in questo caso, il danneggiato presenta una richiesta di risarcimento al responsabile del danno, che può essere un'amministrazione pubblica, un'azienda privata o un altro soggetto.
In via giudiziale: in questo caso, il danneggiato presenta una domanda di risarcimento al tribunale, che deciderà se il danno è stato causato dall'azione o dall'omissione del responsabile e, in caso affermativo, se il responsabile è tenuto a risarcire il danno.
In via stragiudiziale: al di fuori delle aule di tribunale, con una trattativa tra chi ha cagionato il danno e chi deve essere risarcito.

Una pratica per risarcimento del danno può essere avviata per qualsiasi tipo di danno, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale.
I danni patrimoniali sono quelli che si traducono in una perdita economica, ad esempio la perdita di un reddito, la necessità di sostenere spese mediche o la distruzione di un bene.
I danni non patrimoniali sono quelli che non si traducono in una perdita economica, ma che hanno un impatto sulla vita del danneggiato, ad esempio il dolore e la sofferenza causati da un infortunio, la perdita di una persona cara o la lesione di un diritto fondamentale.

La pratica per risarcimento del danno può essere lunga e complessa, pertanto è consigliabile farsi assistere da un avvocato che può ricevere nella nostra sede.

Ecco i passaggi principali da seguire per avviare una pratica per risarcimento del danno:
Raccogliere le prove del danno: è importante raccogliere tutte le prove che dimostrano l'esistenza del danno, ad esempio la documentazione medica, la documentazione relativa alle spese sostenute e le testimonianze di persone che hanno assistito al fatto.
Identificare il responsabile del danno: è importante identificare il soggetto che è responsabile del danno, in modo da poterlo chiamare in causa.
Valutare l'entità del danno: è importante valutare l'entità del danno, in modo da poter chiedere un risarcimento adeguato.
Presentare la richiesta di risarcimento: la richiesta di risarcimento può essere presentata in via amministrativa o in via giudiziale o in via stragiudiziale.
In caso di richiesta di risarcimento in via amministrativa, il responsabile del danno può accettare la richiesta e pagare il risarcimento, oppure può rifiutare la richiesta e il danneggiato può avviare un procedimento giudiziario.

Da Aiuto&Soluzioni è possibile usufruire della competenza nella materia di consulenti esperti, come patrocinatori stragiudiziali e avvocati. Previo appuntamento.

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Le domande più frequenti

Quanto costa un risarcimento danni?

Il costo viene scaricato su chi ha cagionato il danno o un terzo chiamato a risponderne come un'assicurazione ad esempio.

Prenotare l'appuntamento gratuito con il legale di riferimento è il metodo migliore per capire opportunità e costi.

Quanto tempo si ha per richiedere un risarcimento danni?

La risposta a questa domanda dipende dalla natura della pretesa e dalla legge che la disciplina.

In generale, la prescrizione è il termine entro il quale una pretesa può essere fatta valere in giudizio. La prescrizione decorre dal momento in cui la pretesa sorge e si estingue se non viene esercitata entro il termine previsto dalla legge.

Nel diritto italiano, la prescrizione ordinaria è di 10 anni. Tuttavia, esistono anche prescrizioni più brevi o più lunghe, a seconda della natura della pretesa.

Ad esempio, la prescrizione per il risarcimento del danno da fatto illecito è di 5 anni, mentre la prescrizione per il pagamento di un debito è di 10 anni.

In alcuni casi, la prescrizione può essere sospesa o interrotta. La sospensione della prescrizione impedisce che il termine di prescrizione decorra, mentre l'interruzione fa ripartire il termine da capo.
Ad esempio, la prescrizione è sospesa durante il periodo di sospensione dei termini processuali e durante il periodo di tempo in cui il creditore è impossibilitato a esercitare la sua pretesa, ad esempio perché si trova in stato di incapacità.

L'interruzione della prescrizione può essere determinata da diversi eventi, ad esempio dalla notifica di un atto di citazione, dalla proposizione di una domanda giudiziale o dalla conciliazione.
Ecco alcuni esempi di termini di prescrizione:
Risarcimento del danno da fatto illecito: 5 anni
Pagamento di un debito: 10 anni
Sfratto: 1 anno
Recesso dal contratto di lavoro: 30 giorni
Azione di accertamento della paternità: 10 anni.

In caso di dubbi sulla prescrizione di una determinata pretesa, è consigliabile consultare un avvocato.

E' direttamente Aiuto&Soluzioni che si occupa della causa?

No, la pratica verrà seguita e affidata ad un professionista specializzato sul diritto del risarcimento.

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