Consulenza per
cause di lavoro.
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Cos'è la causa di lavoro?
Una causa di lavoro è un procedimento giudiziario che si svolge davanti al tribunale del lavoro e che ha lo scopo di risolvere una controversia tra un lavoratore e un datore di lavoro.
Le cause di lavoro possono riguardare una vasta gamma di materie, tra cui:
Il rapporto di lavoro: la causa può riguardare il licenziamento, il trasferimento, la modifica delle condizioni di lavoro, ecc.
La retribuzione: la causa può riguardare il mancato pagamento della retribuzione, il pagamento di un'indennità, ecc.
I diritti del lavoratore: la causa può riguardare il diritto alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, il diritto alla parità di trattamento, ecc.
Per avviare una causa di lavoro, il lavoratore deve presentare un ricorso al tribunale del lavoro. Il ricorso deve contenere la descrizione dei fatti oggetto della controversia, le richieste del lavoratore e i documenti a sostegno delle sue tesi.
Le cause di lavoro sono disciplinate dal codice di procedura civile e dal codice civile.
Le cause di lavoro possono essere complesse e richiedenti, pertanto è consigliabile farsi assistere da un avvocato specializzato in diritto del lavoro, disponibile presso la nostra sede.
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Le domande più frequenti
Quanto costa una causa di lavoro?
Il costo per una consulenza e per essere seguiti è variabile in base alla facilità o difficoltà di stabilire un percorso per ottenere l'aggravamento.
Prenotare l'appuntamento gratuito con il legale di riferimento è il metodo migliore per capire opportunità e costi.
Quanto tempo richiedere una causa di lavoro?
Talvolta le cause di lavoro si risolvono con un'attività stragiudiziale ovvero fuori dall'aula di tribunale e le cose possono essere risolte molto velocemente.
Le cause giudiziali, visto la mole di lavoro dei tribunali, dipende da causa a causa.
Il nostro legale potrà rispondere meglio nel merito della tua pratica.
E' direttamente Aiuto&Soluzioni che si occupa della causa?
No, la pratica verrà seguita e affidata ad un professionista specializzato sul diritto del lavoro.
Entro quanto tempo?
La risposta a questa domanda dipende dalla natura della pretesa e dalla legge che la disciplina.
In generale, la prescrizione è il termine entro il quale una pretesa può essere fatta valere in giudizio. La prescrizione decorre dal momento in cui la pretesa sorge e si estingue se non viene esercitata entro il termine previsto dalla legge.
Nel diritto italiano, la prescrizione ordinaria è di 10 anni. Tuttavia, esistono anche prescrizioni più brevi o più lunghe, a seconda della natura della pretesa.
Ad esempio, la prescrizione per il risarcimento del danno da fatto illecito è di 5 anni, mentre la prescrizione per il pagamento di un debito è di 10 anni.
In alcuni casi, la prescrizione può essere sospesa o interrotta. La sospensione della prescrizione impedisce che il termine di prescrizione decorra, mentre l'interruzione fa ripartire il termine da capo.
Ad esempio, la prescrizione è sospesa durante il periodo di sospensione dei termini processuali e durante il periodo di tempo in cui il creditore è impossibilitato a esercitare la sua pretesa, ad esempio perché si trova in stato di incapacità.
L'interruzione della prescrizione può essere determinata da diversi eventi, ad esempio dalla notifica di un atto di citazione, dalla proposizione di una domanda giudiziale o dalla conciliazione.
Ecco alcuni esempi di termini di prescrizione:
Risarcimento del danno da fatto illecito: 5 anni
Pagamento di un debito: 10 anni
Sfratto: 1 anno
Recesso dal contratto di lavoro: 30 giorni
Azione di accertamento della paternità: 10 anni.
In caso di dubbi sulla prescrizione di una determinata pretesa, è consigliabile consultare un avvocato.